giovedì 11 dicembre 2008

Net.futurismo contro i net-conigli

Come promesso durante lo svernissage della MoNoMo di Roma, dopo averlo presentato in anteprima sul territorio, il netfuturismo ha pubblicato sul virtuale il manifesto "CONTRO I NET-CONIGLI MALANNO DEL WEB" ( http://liberidallaforma.blogspot.com ) di cui pubblico alcuni estratti significativi:
Noi dobbiamo tuttavia stroncare in modo netto e chiarissimo ogni comportamento vile e passatista presente sulla rete.
Il primo nemico di ogni concezione eroica, ottimistica e realmente futurista sul web è rappresentato da quella razza vile ed infida che si aggira ovunque nella rete globale: i net.conigli. [...]
Fuori dal web i conigli sono riconoscibilissimi: rossore, imbarazzo, tremore, sguardo pavido e sfuggente, voce malferma, portamento vile.
Eccoli. Sono loro che poi trolleggiano sul web, pensando di vincere la propria coniglieria congenita dietro un monitor. E invece proprio sul web diventano net-conigli. Conigli fuori e conigli dentro il web. Doppiamente conigli! [...]
Net-conigli!
Noi non vogliamo in realtà farvi tornare nelle vostre tane tristi e buie.
Vi aspettiamo per affrontarvi con nome e cognome!
Vi aspettiamo per affrontarvi di persona! Fuori dal web!
Vi aspettiamo per affrontarvi a colpi di idee e spade-parola!
Vi abbiamo ormai stanato.
Smettete di scappare e nascondervi.
Prendete coraggio.
E affrontate il mondo.

Rete reale e rete virtuale verso un'unica battaglia: contro la Viltà!

lunedì 1 dicembre 2008

Creazione del gusto = vuoto dell’arte

Già Duchamp nel 1955 sosteneva quanto la ripetizione di uno stile, decretasse la svalutazione di una qualsiasi idea artistica, diventando pura abitudine e creando il gusto.


In un’intervista fattagli dal direttore del Guggenehim di New York, J.J.Sweneey, che lo interroga a proposito della creazione del gusto, Duchamp risponde:


Proprio così. Il gusto è un'abitudine. Ricomincia la stessa cosa per un po' ed essa diventa un gusto. Se interrompi la tua produzione artistica dopo aver creato una cosa, essa diventa una cosa in sé e tale rimane. Ma se si ripete un certo numero di volte, diventa gusto.


Solo pochi anni dopo un altro geniale artista italiano gli faceva eco:


Ho sempre considerato la pittura una questione di impegno morale più che un fatto plastico, ma ora che, in nome dell'avanguardia, tutti si sono messi a fare quadri bianchi o a non farne del tutto, la cosa sta diventando altamente immorale e dovrò essere ancora più rigido per evitare la confusione e gli equivoci.

(Piero Manzoni 1962 ca.)


Non possiamo più accettare un sistema che faccia dell’arte contemporanea un macchinario votato al mercato, un’arte che non genera più sé stessa, ma annaspa compiacendosi di rincarare il suo perenne riflesso.


Noi affermiamo l’irripetibilità dell’opera d’arte. Le riproduzioni sono affidate alla tecnologia e hanno come risultato l'abbattimento dei costi dell'opera e dell'aura dell'artista. Tutto il resto è merce, artigianato e/o spettacolo.
(Antonio Saccoccio 2008)

sabato 1 novembre 2008

ASCOLTATORI MUSICALI – seconda parte

Nell’analisi dei comportamenti musicali, quantitativamente più diffuso risulta l’ascoltatore per passatempo.

Oggetto-preda dell’industria culturale in quanto privo di discernimento critico, l’ascoltatore per passatempo riflette un’ideologia livellata di ascolto, perciò è tanto più difficile scorgere delle differenziazioni sociali in questa categoria, in quanto la fruizione passiva generale è estesa al punto da compenetrare vari strati sociali, da creare cioè un genere miscellaneous.

Accomunati dalla feroce resistenza all’impegno intellettuale, gli ascoltatori per passatempo possono configurarsi in chi non riesce a lavorare senza la radio accesa, chi ammazza il tempo immergendosi attraverso la musica in una sensazione di appartenenza ad una categoria, chi trova nella musica un mezzo di distensione fino ad arrivare a quegli individui che essendo privi di ogni educazione musicale sono i soggetti più duttili per il mercato, poiché consumano tutto ciò che gli viene somministrato.

“L’ascoltatore per passatempo può essere descritto in modo adeguato solo in relazione con i mass media costituiti da radio, cinema e televisione. In sede psicologica è tipica la debolezza del suo io: ospite di manifestazioni radiofoniche, applaude entusiasticamente all’apparire dei segnali luminosi che lo invitano a questo. Ogni critica all’oggetto gli è estranea non meno di qualsiasi impegno intellettuale nei suoi confronti. Scettico solo nei riguardi di ciò che lo costringe a pensare con la sua testa, egli è pronto a solidarizzare con la propria veste di cliente, ed è ostinatamente convinto della facciata della società, quale gli si presenta ghignante sulle copertine dei rotocalchi. Questo tipo di ascoltatore […] si adegua – in campo musicale come anche nella realtà quotidiana – a qualsiasi forma di dominio che non pregiudichi troppo apertamente il suo standard di consumatore.”


In questo contesto, sebbene il nesso significativo della musica sia sistematicamente ignorato, anche l'ascolto emotivo giunge ad essere anestetizzato dal bisogno della musica come palliativo per distrarsi, per cui l'ascolto perde ogni valore e diventa abitudine.
Di fatto un simile comportamento musicale arrendevole si configura per il net.futurismo con l'ascoltatore presentista.

domenica 5 ottobre 2008

ASCOLTATORI MUSICALI - prima parte

In musica, come nell’arte in genere, la tecnologia dei mezzi di riproduzione ha modificato progressivamente il rapporto con le masse, avvicinandole inevitabilmente al confronto con l’opera d’arte.

In tale situazione favorevole, l’auspicato accrescimento dell’interesse culturale, ha tuttavia lasciato spazio ad un sempre più concreto appiattimento di fruizione da parte di un pubblico spesso retrivo nei confronti del nuovo. Ciò ha innescato uno squilibrio fra produzione e ricezione, spostando l’asse a favore del mercato che produce più per un pubblico vasto che per uno ben educato.

Theodor W. Adorno in “Introduzione alla sociologia della musica” compie un’attenta indagine del rapporto tra musica e ascoltatori, individuando otto tipi di comportamento musicale, tra i quali di particolare interesse per l’analisi sociologica moderna risultano:


  • CONSUMATORE DI CULTURA
  • ASCOLTATORE PER PASSATEMPO
Prendiamo in esame il consumatore di cultura. Siamo di fronte ad un tipo di ascoltatore che si pone in rapporto di rispetto verso la musica in quanto bene culturale, ma come qualcosa da conoscere per il proprio prestigio sociale, sfociando nello snobismo più becero.

Affolla le sale da concerto e l’opera, raccoglie dischi per collezione e non per la ricerca di un unicum ed è bene informato più sulla letteratura musicale, che sulla struttura e lo svolgersi di una composizione:


“E’ l’uomo dell’«apprezzamento». L’unica cosa che lo interessa sul serio è la prestazione esorbitante, per così dire «misurabile», ad esempio il virtuosismo più spericolato, esattamente nel senso dell’ideale dello show. Gli incutono rispetto la tecnica, il mezzo fine a se stesso, e in tal senso egli non è affatto tanto lontano dall’ascolto massificato diffuso. Però si atteggia a nemico della massa, a uomo d’élite. […] Si tratta di un gruppo determinante, che decide in larga misura della vita musicale ufficiale; si reclutano in esso soprattutto le commissioni che progettano i programmi e i cartelloni; essi pilotano quel gusto reificato che a torto si reputa superiore al gusto dell’industria culturale: i beni culturali musicali amministrati da questo tipo sociologico si mutano, in quantità sempre maggiore, in beni di consumo manipolato.”

Per il net.futurismo tale tipo di comportamento musicale, meramente snobista e di facciata, si identifica con l'ascoltatore passatista.


martedì 23 settembre 2008

REZEPTIONSGESCHICHTE E ANTICONFERENZA

Hans Robert Jauss nella sua teoria sulla ricezione (rezeptionsgeschichte) spiega come il carattere artistico di un’opera nuova manifesti la sua efficacia sul pubblico, in un dato momento, tramite due fattori:

  • DISTANZA ESTETICA
  • MUTAMENTO DELL’ORIZZONTE D’ATTESA


dove la distanza estetica è quella distanza di percezione che si instaura fra l’opera nuova e l’orizzonte d’attesa del ricevente, ovvero tutto quello che il ricevente si aspetta dall’opera, in base alle sue conoscenze precedenti, relative ad altre opere.
L’opera che sia NUOVA, pertanto, presuppone un mutamento dell’orizzonte d’attesa da parte del pubblico per ridurre la distanza estetica.

“Nella misura in cui questa distanza diminuisce, non esigendo dalla parte della coscienza recipiente più nessun riorientamento verso delle esperienze sconosciute, l’opera si avvicina al dominio di un’arte «culinaria» o di un’arte puramente di divertimento. Quest’ultimo è, dal punto di vista dell’estetica della fruizione, caratterizzato dal fatto che non esige alcun cambiamento d’orizzonte. Converge con le attese di un gusto dominante preordinato, che soddisfa la richiesta di riproduzione di un «bello familiare», che confermi delle sensazioni abituali ”. (H.R.Jauss “Literaturgeschichte als provokation”)

Il carattere artistico quindi sarà efficace quando la distanza estetica, pur diminuendo per rendere comprensibile l’opera al pubblico, aumenta allo stesso tempo per

  1. NOVITA’ DEL GENERE PROPOSTO
  2. DEFORMAZIONE DELLE NORME che attengono all’orizzonte d’attesa


Così durante l’anticonferenza net.futurista, l’opera performativa, di per sé innovativa e lesiva delle “norme” della tradizionale conferenza, diviene efficace proprio quando i mediatori (Antonio e Gianni nel caso di Otranto), intervengono a spiegare carattere e natura di stimoli e provocazioni, modificando perciò l’orizzonte d’attesa del pubblico e riducendo adeguatamente quella distanza estetica che se troppo elevata rende incomprensibile l’opera e se troppo ridotta rende l’opera artisticamente nulla.