sabato 1 novembre 2008

ASCOLTATORI MUSICALI – seconda parte

Nell’analisi dei comportamenti musicali, quantitativamente più diffuso risulta l’ascoltatore per passatempo.

Oggetto-preda dell’industria culturale in quanto privo di discernimento critico, l’ascoltatore per passatempo riflette un’ideologia livellata di ascolto, perciò è tanto più difficile scorgere delle differenziazioni sociali in questa categoria, in quanto la fruizione passiva generale è estesa al punto da compenetrare vari strati sociali, da creare cioè un genere miscellaneous.

Accomunati dalla feroce resistenza all’impegno intellettuale, gli ascoltatori per passatempo possono configurarsi in chi non riesce a lavorare senza la radio accesa, chi ammazza il tempo immergendosi attraverso la musica in una sensazione di appartenenza ad una categoria, chi trova nella musica un mezzo di distensione fino ad arrivare a quegli individui che essendo privi di ogni educazione musicale sono i soggetti più duttili per il mercato, poiché consumano tutto ciò che gli viene somministrato.

“L’ascoltatore per passatempo può essere descritto in modo adeguato solo in relazione con i mass media costituiti da radio, cinema e televisione. In sede psicologica è tipica la debolezza del suo io: ospite di manifestazioni radiofoniche, applaude entusiasticamente all’apparire dei segnali luminosi che lo invitano a questo. Ogni critica all’oggetto gli è estranea non meno di qualsiasi impegno intellettuale nei suoi confronti. Scettico solo nei riguardi di ciò che lo costringe a pensare con la sua testa, egli è pronto a solidarizzare con la propria veste di cliente, ed è ostinatamente convinto della facciata della società, quale gli si presenta ghignante sulle copertine dei rotocalchi. Questo tipo di ascoltatore […] si adegua – in campo musicale come anche nella realtà quotidiana – a qualsiasi forma di dominio che non pregiudichi troppo apertamente il suo standard di consumatore.”


In questo contesto, sebbene il nesso significativo della musica sia sistematicamente ignorato, anche l'ascolto emotivo giunge ad essere anestetizzato dal bisogno della musica come palliativo per distrarsi, per cui l'ascolto perde ogni valore e diventa abitudine.
Di fatto un simile comportamento musicale arrendevole si configura per il net.futurismo con l'ascoltatore presentista.