Venire a Roma. Non sapevo quanto mi sarebbe costato. Non avevo fatto i conti con la vita di città, o meglio, con la vita di una capitale.
Tornavo a casa ieri sera, in un autobus pieno di gente; nessuno di loro aveva un sorriso, chissà dove andavano, chissà a che pensavano...
I primi giorni qui mi sentivo a disagio in mezzo a loro, non volevo accettare tutta questa gente, questa massa insulsa di individui che vagano in un mondo confezionato per loro, senza una vera aspirazione, senza un grande progetto.
Poi una volta ho smesso di pensare a loro. Sono salita nelle metro e negli autobus e tutti sono diventati invisibili, oggetto di uno sguardo che non vede realmente, mi sono concentrata su me e mi sono sentita bene!
Viaggiavo tranquilla ieri sera con questa sensazione, con il sorriso, eppure ad un certo punto mi sono fatta schifo: sono diventata una di loro. Una che ha imparato ad accettare lo sguardo distratto di uno sconosciuto, il paziente aspettare l'arrivo di un 409 e lo schiacciarsi a sardina contro un vetro, il cogliere un commento distratto, un accento diverso, un odore penetrante e poi tornare a pensare alla strada di casa...
D’improvviso stavo bene, mi muovevo in armonia con questa massa brulicante di estranei ed è per questo che mi sono fatta schifo: anche io sono passata per l'accettazione dello stato delle cose.
Chissà se tutti loro come me all’inizio hanno combattuto con sé stessi per non farsi risucchiare dalla sensazione di essere un puntino insignificante e poi hanno trovato la chiave per riuscire a sopravvivere anestetizzandosi nella dimensione personale per cui tutto il resto resta velato e non visto e che pure ancora esiste.
Chissà quanti di loro odiano ancora muoversi tutti nella stessa direzione peggio che a Metropolis…
Scrivo questo post contro me stessa per ricordarmi di non desiderare più di sentirmi a mio agio in mezzo agli altri non trovando altra via che quella di annullarmi per diventare una dell’insieme.
Scrivo questo post contro me stessa per ricordarmi che grazie a dio ancora me ne rendo conto…
Una massa vuota e grigia non fagociterà mai una net.futurista come te!
RispondiEliminaAnch'io vivo questo dramma quotidiano spesso e malvolentieri, ma mentre tutti fissano il vuoto e non pensano a nulla (e io appaio in modo non differente), la mia testa sta eruttando idee...questo fa già la differenza!
performativi sempre!
gli unici sorrisi che si vedono in metropolitana sono nei cartelloni pubblicitari.
RispondiEliminauna volta, all'università, ho incrociato due ragazzi che correvano sorridendo. per capirsi... me lo ricordo ancora adesso!
se siamo alla ricerca di redenzione, camminare sorridendo e salutando è una rottura stra.avanguardistica. arte-vita allo stato puro. performiamoci!
ottimo elisa. ottimo stefano. ottimo gianni.
RispondiEliminaquando io dico PERFORMATIVI SEMPRE indico proprio questa strada, intendo proprio questo!
non essere GRIGI, ANONIMI, TRISTI.
andare in giro e performare sempre, essere sempre propositivi, proporre sempre uno spunto, NON MASSIFICARSI SENZA RENDERSENE NEPPURE CONTO.
ABOLIAMO IL GRIGIORE PRESENTISTA DELLE METROPOLI CONTEMPORANEE.
ADF