MANIFESTO NET.FUTURISTA
[vibrante intoccabile fanatico igienico lucido spietato]
Siamo infine arrivati alla resa dei conti. E sarà una durissima resa dei conti.
È necessario affermarlo subito con estrema chiarezza: noi non saremmo mai voluti arrivare a questo punto, non avremmo mai voluto scrivere queste parole. Ma è stata passata ampiamente la misura e per questo siamo costretti a reagire con energica determinazione.
La vostra invadenza e la vostra stucchevole pedanteria ci hanno provocato troppo a lungo e troppo stupidamente. Lo spirito antiquariale e insistentemente celebrativo del nostro Paese costringe oggi noi net.futuristi, futuristi del XXI secolo, a scrivere questa pagina arroventata
Sì. Noi abbiamo amato entusiasticamente il Futurismo e i capolavori futuristi. Li abbiamo letti osservati studiati sviscerati compresi ammirati adorati. Ma ora dobbiamo buttarli una volta per tutte nel secchio. Dobbiamo portare a termine necessariamente l’uccisione dei nostri padri. È un’operazione igienica. E ormai improrogabile.
Abbiamo già aggiornato e ampiamente superato le maggiori intuizioni futuriste del secolo scorso, nelle arti visuali, sonore e performative. Non è questo il punto. Si tratta invece di compiere oggi un atto simbolico ma determinatissimo in occasione delle ormai famigerate Celebrazioni Per Il Centenario Della Pubblicazione Del Primo Manifesto Futurista. Noi sentiamo puzzo di marcio in queste celebrazioni, puzzo di cadavere. Puzzo di passatismo. Puzzo di presentismo. Puzzo di accademismo affarismo professoralismo becero utilitarismo. E sentiamo anche un disgustoso puzzo di cialtroneria mediatica. Ed è per questo che noi dobbiamo dare ossigeno all’ambiente conducendo un’operazione igienica: eliminare il puzzo futurista senza fare sconti a nessuno.
Coraggio, amici net.futuristi. Occorre avere questo coraggio. Questo igienico coraggio.
Nel primo manifesto futurista Filippo Tommaso Marinetti, esattamente un secolo fa, scriveva:
Ecco. Ce l’ha detto il nostro grande padre. Ce l’ha detto Marinetti di uccidere il Futurismo. Non tradiamolo! Come i futuristi invitarono ad uccidere il chiaro di luna e tutta la letteratura precedente (compresi i padri simbolisti), così noi oggi dobbiamo uccidere i poemi bellici paroliberi, dobbiamo uccidere il dinamismo plastico e l’aeropittura, il tattilismo e l’aeropoesia.
Celebrare. Celebrare. Celebrare. Che cosa volete ancora celebrare? i cavalli di Boccioni? le compenetrazioni di Balla? gli aerei di Crali? i gilet di Depero? le ceramiche di Albissola? Ancora?
Sono stati geniali, lo sappiamo! Ma nel secolo scorso! Viviamo nel terzo millennio. Ed è ora di fare chiarezza una volta per tutte. La nostra sensibilità trasformata per mezzo della rivoluzione neotecnologica ci impone di eliminare ogni residuo di patetico manierismo futurista. Bisogna buttare - definitivamente e orgogliosamente - il vecchio Futurismo nel secchio.
Guardiamoci dentro spietatamente. Se il Futurismo è ancora in noi, dovremo uccidere una parte di noi stessi. Anche questa nostra prosa enfatica ormai ci disgusta e ci fa ricordare qualcosa che dobbiamo necessariamente uccidere. Cancelleremo anche questa! Tenete quindi a mente ciò che state leggendo ma dimenticate e cancellate il modo in cui ci siamo espressi! Coraggio, amici net.futuristi. Non abbiate timore. Abbiamo già ucciso avversari accanitissimi. Resta da evitare il rischio più insidioso per noi. Non avremo compiuto nulla fino a quando non ci saremo liberati degli scheletri di famiglia! Noi oggi abbiamo il compito di immensificare il Futurismo del XX secolo, e per fare questo bisogna ucciderlo una volta per tutte!
Anche noi net.futuristi saremo buttati via tra qualche decennio. È naturale ed igienico che sia così! Noi non ci opponiamo a questo naturale e salutare processo evolutivo!
Anzi!
Noi lo desideriamo!
www.netfuturismo.it
* pubblicato in Ad Futurum POST - Anno 1 n. 1 in occasione del centenario del 20 febbraio 2009
[vibrante intoccabile fanatico igienico lucido spietato]
Siamo infine arrivati alla resa dei conti. E sarà una durissima resa dei conti.
È necessario affermarlo subito con estrema chiarezza: noi non saremmo mai voluti arrivare a questo punto, non avremmo mai voluto scrivere queste parole. Ma è stata passata ampiamente la misura e per questo siamo costretti a reagire con energica determinazione.
Mi rivolgo a voi, passatisti e presentisti dell’ultim’ora!
La vostra invadenza e la vostra stucchevole pedanteria ci hanno provocato troppo a lungo e troppo stupidamente. Lo spirito antiquariale e insistentemente celebrativo del nostro Paese costringe oggi noi net.futuristi, futuristi del XXI secolo, a scrivere questa pagina arroventata
CONTRO IL FUTURISMO
Sì. Noi abbiamo amato entusiasticamente il Futurismo e i capolavori futuristi. Li abbiamo letti osservati studiati sviscerati compresi ammirati adorati. Ma ora dobbiamo buttarli una volta per tutte nel secchio. Dobbiamo portare a termine necessariamente l’uccisione dei nostri padri. È un’operazione igienica. E ormai improrogabile.
Abbiamo già aggiornato e ampiamente superato le maggiori intuizioni futuriste del secolo scorso, nelle arti visuali, sonore e performative. Non è questo il punto. Si tratta invece di compiere oggi un atto simbolico ma determinatissimo in occasione delle ormai famigerate Celebrazioni Per Il Centenario Della Pubblicazione Del Primo Manifesto Futurista. Noi sentiamo puzzo di marcio in queste celebrazioni, puzzo di cadavere. Puzzo di passatismo. Puzzo di presentismo. Puzzo di accademismo affarismo professoralismo becero utilitarismo. E sentiamo anche un disgustoso puzzo di cialtroneria mediatica. Ed è per questo che noi dobbiamo dare ossigeno all’ambiente conducendo un’operazione igienica: eliminare il puzzo futurista senza fare sconti a nessuno.
Coraggio, amici net.futuristi. Occorre avere questo coraggio. Questo igienico coraggio.
Nel primo manifesto futurista Filippo Tommaso Marinetti, esattamente un secolo fa, scriveva:
«Quando avremo quarant'anni, altri uomini più giovani e più validi di noi, ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili. Noi lo desideriamo! Verranno contro di noi, i nostri successori; verranno di lontano, da ogni parte, danzando su la cadenza alata dei loro primi canti, protendendo dita adunche di predatori, e fiutando caninamente, alle porte delle accademie, il buon odore delle nostre menti in putrefazione, già promesse alle catacombe delle biblioteche. […] Essi tumultueranno intorno a noi, ansando per angoscia e per dispetto, e tutti, esasperati dal nostro superbo, instancabile ardire, si avventeranno per ucciderci, spinti da un odio tanto più implacabile in quanto che i loro cuori saranno ebbri di amore e di ammirazione per noi».
Ecco. Ce l’ha detto il nostro grande padre. Ce l’ha detto Marinetti di uccidere il Futurismo. Non tradiamolo! Come i futuristi invitarono ad uccidere il chiaro di luna e tutta la letteratura precedente (compresi i padri simbolisti), così noi oggi dobbiamo uccidere i poemi bellici paroliberi, dobbiamo uccidere il dinamismo plastico e l’aeropittura, il tattilismo e l’aeropoesia.
Celebrare. Celebrare. Celebrare. Che cosa volete ancora celebrare? i cavalli di Boccioni? le compenetrazioni di Balla? gli aerei di Crali? i gilet di Depero? le ceramiche di Albissola? Ancora?
Sono stati geniali, lo sappiamo! Ma nel secolo scorso! Viviamo nel terzo millennio. Ed è ora di fare chiarezza una volta per tutte. La nostra sensibilità trasformata per mezzo della rivoluzione neotecnologica ci impone di eliminare ogni residuo di patetico manierismo futurista. Bisogna buttare - definitivamente e orgogliosamente - il vecchio Futurismo nel secchio.
Guardiamoci dentro spietatamente. Se il Futurismo è ancora in noi, dovremo uccidere una parte di noi stessi. Anche questa nostra prosa enfatica ormai ci disgusta e ci fa ricordare qualcosa che dobbiamo necessariamente uccidere. Cancelleremo anche questa! Tenete quindi a mente ciò che state leggendo ma dimenticate e cancellate il modo in cui ci siamo espressi! Coraggio, amici net.futuristi. Non abbiate timore. Abbiamo già ucciso avversari accanitissimi. Resta da evitare il rischio più insidioso per noi. Non avremo compiuto nulla fino a quando non ci saremo liberati degli scheletri di famiglia! Noi oggi abbiamo il compito di immensificare il Futurismo del XX secolo, e per fare questo bisogna ucciderlo una volta per tutte!
Anche noi net.futuristi saremo buttati via tra qualche decennio. È naturale ed igienico che sia così! Noi non ci opponiamo a questo naturale e salutare processo evolutivo!
Anzi!
Noi lo desideriamo!
www.netfuturismo.it
* pubblicato in Ad Futurum POST - Anno 1 n. 1 in occasione del centenario del 20 febbraio 2009