Sabato 16 luglio a Genova, presso l’AC Hotel in zona Quarto, si è tenuto il meeting del MAV (Movimento per l’Arte Vaporizzata). Il MAV è un movimento artistico aperto, nato dalla fusione di diversi gruppi e movimenti contemporanei e del recente passato: da ciò che resta del vecchio Gruppo IDRA (anni Settanta) al recentissimo Movimento per l’Arte Cervicale, al Net.Futurismo, al gruppo ALTA (Associazione-Laboratorio per la TransArchitettura). Molti gli interventi in presenza, molti altri in telepresenza grazie alla connessione wifi presente in sala. Ecco una sintesi delle idee lanciate dai principali artisti e studiosi.
Visual Mark, elettrorumorista e ricercatore nel campo della poesia elettronica, membro del Movimento per l’Arte Cervicale, ha voluto “evidenziare l'analogia tra sensibilità aumentata - enormizzata dal clima di retealtà, sublimata in ogni direzione attraverso i cablaggi interattivi del web - e lo stadio finale dell'arte auspicato dal MAV: creatività diffusa, carica di contenuti innovativi, vaporizzata e dispersa in ogni direzione, respirabile da chiunque”.
Per il sociologo Joseph Deskolath la sfida del MAV è tutta interna al postmoderno. L’obiettivo dovrà essere quello di dare profondità alla liquidità contemporanea, per contrastare la tendenza diffusa alla futilità e alla vacuità. “Vaporizzare, lasciar evaporare quindi può essere un gesto di grande impegno e responsabilità. Paradossalmente, si tratterà di rendersi invisibili per darsi reale sostanza. Mettersi ai margini della società dello spettacolo per penetrare nell’autenticità del vissuto quotidiano”
Stefano Balice, oltre-artista totale netfuturista, è convinto che Arte e Lavoro siano due tabù da superare. “E’ giunto il momento di liberarci di tutte le ridicole convinzioni, di tutte le antiquate istituzioni che costituiscono una zavorra per la nostra spontanea evoluzione. La coercizione ha ingabbiato per troppo tempo i nostri slanci creativi che come gas letali e purificatori rivendicavano il loro diritto ad essere sprigionati nell’atmosfera stantia. Quella stessa coercizione che si manifesta nella paranoia da sopravvivenza, che ci porta ad essere fanatici lavoratori, nel nostro ordine scolastico/militare che ci vuole appiattiti e ammaestrati, nel nostro paludoso sistema sociale nel quale l’idea ristagna. E il mondo dell’arte non è da meno: volgare riflesso di questa realtà, ristagna anch’esso in una fetente accozzaglia di monumenti all’inutilità decorativa. Per questo motivo, oggi, dichiariamo: l’oltre-artista mavvista fluttua dove l’artista pietoso inciampa!”
Per Antonio Saccoccio, oltre-artista tra i fondatori del Net.Futurismo e tra i primi ad intuire le potenzialità del MAV, “vaporizzare l’arte è oggi un’operazione imprescindibile. È il gesto estremo che, proseguendo la linea Futurismo-Dada-Situazionismo, porterà il colpo finale a quell’Arte con la A maiuscola che già Marinetti disprezzava e ridicolizzava un secolo fa. Uscire dai musei, dalle gallerie, dai circuiti mercantili del sistema dell’arte che mortificano non l’arte, ma l’umanità tutta. All’interno di queste coordinate il MAV non dovrà porre limiti formali né strumentali alle varie strade che la vaporizzazione potrà prendere. Senza mai dimenticarsi del fine ultimo della vaporizzazione: la liberazione dell’uomo dalla religione del lavoro. Per quanto riguarda l’organizzazione generale, bisognerà aprire con entusiasmo il movimento a tutti coloro che in modo radicale e disinteressato credono in questo semplice ma ambiziosissimo progetto. Ma bisognerà chiudere la porta in modo fermo a tutti coloro che vedono nell’arte un modo per affermare presunte doti da superuomini o da profeti: per questi cialtroni ci sarà ancora per qualche anno la possibilità di andare ad esporre la propria vanità di mediocri in qualche trasmissione televisiva o in qualche galleria in centro città (Roma, Milano, Torino, Firenze sono piene di ritrovi per simili mummie)”.
Per Laika Facsimile, transgender ventitreenne entrata nel Movimento Arte Cervicale, che ha sfidato il mondo del pop proclamandosi l’unica vera popstar del terzo millennio e ideando l’idea di “ecologia musicale”, “ogni individuo costruisce la propria vita adagiandosi sui propri limiti. E questo non possiamo più accettarlo. Ognuno dei membri del MAV conosce bene il piacere che si prova nella vaporizzazione di una vecchia certezza divenuta un’ingombrante falsità. Questo è il processo igienico con il quale si compie un passo verso sé stessi. Ho iniziato ad avvicinarmi alla mia vera identità dopo aver vaporizzato in me ciò che restava del concetto di “genere”. Ben inteso, non ne nego l’esistenza. Ma viviamo in un mondo fatto su misura di due sessi, e tutto ciò che si discosta da essi può rivelarsi al massimo una buona trovata per fare audience in tv. Per questo le popstar del terzo millennio saranno al di sopra dei generi universalmente riconosciuti: per lo sfizio di un pubblico annoiato, o per la sua destabilizzazione. E’ quello che volete voi. Ed è quello che voglio io”.
Klaus-Peter Schneegass, compositore e nopoeta tedesco aderente al Net.Futurismo, ha lasciato le sue idee in una noposia, elogio dell’arte vaporizzata e assalto all’arte mercantile, di cui giova ricordare l’estrema domanda dadaisticamente urlata: “Quo vaDI$s$s$???“.
Emmanuele Jonathan Pilia, critico di architettura, tra i fondatori di ALTA - Associazione Laboratorio di TransArchitettura e membro dell'Associazione Italiana Transumanisti, è andato al cuore del problema, sottolineando il rischio che si corre in ogni progetto radicale (come è questo del MAV): essere considerati “innocui”. Per questo motivo “diventa fondamentale affrontare – sostiene Pilia - il problema posto dall’opera. La stessa nozione di opera viene già da tempo contestata, secondo un’attitudine tipicamente romantica che ne vede il pieno compimento proprio nella sua assenza. Affermare questo non vuol significare la volontà appartenenza al XIX secolo, ma che sia necessario delineare una tradizione in cui innestarsi, al fine di mostrare che poi così innocui non si è. L’attitudine che noi ricerchiamo è infatti nata dalla consapevolezza della velleità delle cose che l’uomo, l’artista, il genio stesso “crea”. Ironia, analisi della contemporaneità, reinvenzione del quotidiano attraverso la pratica artistica. Da Schlegel a De Certeau, da Rigaut a Debord: è questa la linea temporale che noi intendiamo indagare, comprendere e proseguire.
Roby Guerra, visionario futurista sin dai tempi di “Futurismo Oggi” e oggi aderente al Transumanesimo e al Net.Futurismo, parla esplicitamente di “azzeramento delle poetiche "umane" e "classico-moderne", esplorazione mutazione re-invenzione della cosiddetta Parola, oggi numero, zero-one o che altro, mai più mera superstizione metrica o grammaticale. Transitare attraverso poesia sonora, computerpoesia, fino alla videopoesia degli ultimi anni. Anche la fine del lavoro, verso la Libertà oltre la Necessità, come "divinarono" Marx, Laforgue, Bertrand Russell, Asimov e tutta la cibernetica”.
Attesissimo l’intervento di Giorgio Pedivella, schivo testimone dell’esperienza del Gruppo Idra, che ha ricordato come già 40 anni fa la “Storia dell’Arte-Vapore”, sorta di commedia-happening in due scene, fu rappresentata in alcune piazze del Nord Italia (quasi un raffinato flash-mob ante litteram). “Nell’azione si voleva metaforicamente illustrare la condizione dell'arte concepita nel modo tradizionale, destinata ad estinguersi rapidamente. L'unica possibilità per farla vivere ancora è vaporizzare l’arte stessa in una serie di azioni e attività al di fuori dei circuiti ufficiali". Alla dimensione performativa Pedivella guarda ancora oggi con estremo interesse per una collaborazione con i membri del MAV, a cui comunque ricorda di voler restare fedele alla scelta anti-narcisistica del Gruppo Idra: evitare ogni apparizione in pubblico, ogni celebrazione di una sua presunta opera. “L’opera è una truffa e io non voglio essere complice di truffatori. Quindi desidero che il mio nome sia citato solo quando ciò sarà davvero indispensabile”.
Elisabetta Mattia, tra i soci fondatori di “Avanguardia 21 Edizioni”, ha manifestato grande interesse per gli obiettivi generali del MAV, sottolineando che Avanguardia 21 offrirà tutto il supporto necessario a progetti e attività volte alla diffusione di idee radicali. Ha auspicato che la vaporizzazione dell’Arte non precluda totalmente momenti di concretezza, quali pubblicazioni digitali e cartacee, ancora di grande importanza per penetrare nel mondo accademico contemporaneo. Sulla stessa lunghezza d’onda si è espressa Loretta Bertoni, sempre per Avanguardia 21, che ha anche sottolineato le grandi potenzialità di apertura alla dimensione internazionale del MAV.
Dario Lapenta, membro di Italiavanguardista, ha portato all’attenzione di tutti il tema della propaganda e della visibilità: “Di fondamentale importanza, per combattere l'attuale turpidume artistico è l'immediata costituzione di un Comitato per lo Scandalo Artistico, che abbia il solo ed unico scopo di escogitare strategie mediatiche al fine di raggiungere un'adeguata visibilità, attraverso azioni artistiche provocatorie e propagandistiche, sia in rete che fuori dalla rete, sia aggressive che non aggressive. Il secondo punto di fondamentale importanza è rappresentato dallo Schierarsi rispetto a determinati argomenti di qualsiasi tipo, sia politici che artistici, previo accordo fra tutti i membri del MAV, può costituire un primo passo orientativo rispetto a tutti quei nuovi artisti che sceglieranno di partecipare ai progetti da noi promossi”.
Per Gianluigi Ballarani, ricercatore nel campo del marketing, “dopo oltre un secolo dall'epifania oltreartistica non si può poter ancora credere di fare Arte senza l'energetica ricerca di una critica radicale allo stato delle cose, al sistema dominante. L'arte è inequivocabilmente sciolta nella più puntuale e avanzata creatività diffusa. Concettualmente e lessicalmente. Un'arte vita totalizzante, in grado di riempire e liberare l'essere umano. Tutto il resto svanisce e si scioglie nella comprensione assuefacente del passo consapevole nell'oltrearte”.
Silvia Vernola, oltre-artista visiva netfuturista, ha insistito sulla rottura con la tradizione: “MAV non è posto per sciocchi e ottusi artisti. Dovremo schifare l’arte tristemente patetica. È stupido sentirsi un artista quando l’arte non esiste più! L’unica vera opera a cui è giusto dare onore è l’Uomo. Il MAV dovrà porsi l’obiettivo di rigenerare il valore sensoriale della sperimentazione collettiva”. E lancia un suo stimolo/parola-chiave: multinterpretattivo.
Blade Painnet, astronomo della comunicazione di massa, nonchè provocatorio editorialista della testata elettronica non giornalistica "ilnono", ritiene che “osservando l'evoluzione dei fenomeni sociali nella storia contemporanea si osserva come la percezione del concetto d'arte sia infine giunto al penultimo stadio: quello di vaporizzazione. Un tempo solido, concreto, poi liquido ed ora gassoso. Rimane l'ultimo passaggio per la conclusione del ciclo: la trasformazione in luce ed energia, concluso il quale, come un nuovo big bang, l'arte risorgerà in una nuova epoca di piombo e d'oro, più solida che mai, destinata a ricominciare un nuovo ciclo in un'eterna ed inutile mutazione. La conclusione del ciclo e l'esplosione in miriadi di frammenti luminosi è prevista – ce lo auguriamo - per la fine del 2012 con pop corn e interruzioni pubblicitarie”
Visual Mark, elettrorumorista e ricercatore nel campo della poesia elettronica, membro del Movimento per l’Arte Cervicale, ha voluto “evidenziare l'analogia tra sensibilità aumentata - enormizzata dal clima di retealtà, sublimata in ogni direzione attraverso i cablaggi interattivi del web - e lo stadio finale dell'arte auspicato dal MAV: creatività diffusa, carica di contenuti innovativi, vaporizzata e dispersa in ogni direzione, respirabile da chiunque”.
Per il sociologo Joseph Deskolath la sfida del MAV è tutta interna al postmoderno. L’obiettivo dovrà essere quello di dare profondità alla liquidità contemporanea, per contrastare la tendenza diffusa alla futilità e alla vacuità. “Vaporizzare, lasciar evaporare quindi può essere un gesto di grande impegno e responsabilità. Paradossalmente, si tratterà di rendersi invisibili per darsi reale sostanza. Mettersi ai margini della società dello spettacolo per penetrare nell’autenticità del vissuto quotidiano”
Stefano Balice, oltre-artista totale netfuturista, è convinto che Arte e Lavoro siano due tabù da superare. “E’ giunto il momento di liberarci di tutte le ridicole convinzioni, di tutte le antiquate istituzioni che costituiscono una zavorra per la nostra spontanea evoluzione. La coercizione ha ingabbiato per troppo tempo i nostri slanci creativi che come gas letali e purificatori rivendicavano il loro diritto ad essere sprigionati nell’atmosfera stantia. Quella stessa coercizione che si manifesta nella paranoia da sopravvivenza, che ci porta ad essere fanatici lavoratori, nel nostro ordine scolastico/militare che ci vuole appiattiti e ammaestrati, nel nostro paludoso sistema sociale nel quale l’idea ristagna. E il mondo dell’arte non è da meno: volgare riflesso di questa realtà, ristagna anch’esso in una fetente accozzaglia di monumenti all’inutilità decorativa. Per questo motivo, oggi, dichiariamo: l’oltre-artista mavvista fluttua dove l’artista pietoso inciampa!”
Per Antonio Saccoccio, oltre-artista tra i fondatori del Net.Futurismo e tra i primi ad intuire le potenzialità del MAV, “vaporizzare l’arte è oggi un’operazione imprescindibile. È il gesto estremo che, proseguendo la linea Futurismo-Dada-Situazionismo, porterà il colpo finale a quell’Arte con la A maiuscola che già Marinetti disprezzava e ridicolizzava un secolo fa. Uscire dai musei, dalle gallerie, dai circuiti mercantili del sistema dell’arte che mortificano non l’arte, ma l’umanità tutta. All’interno di queste coordinate il MAV non dovrà porre limiti formali né strumentali alle varie strade che la vaporizzazione potrà prendere. Senza mai dimenticarsi del fine ultimo della vaporizzazione: la liberazione dell’uomo dalla religione del lavoro. Per quanto riguarda l’organizzazione generale, bisognerà aprire con entusiasmo il movimento a tutti coloro che in modo radicale e disinteressato credono in questo semplice ma ambiziosissimo progetto. Ma bisognerà chiudere la porta in modo fermo a tutti coloro che vedono nell’arte un modo per affermare presunte doti da superuomini o da profeti: per questi cialtroni ci sarà ancora per qualche anno la possibilità di andare ad esporre la propria vanità di mediocri in qualche trasmissione televisiva o in qualche galleria in centro città (Roma, Milano, Torino, Firenze sono piene di ritrovi per simili mummie)”.
Per Laika Facsimile, transgender ventitreenne entrata nel Movimento Arte Cervicale, che ha sfidato il mondo del pop proclamandosi l’unica vera popstar del terzo millennio e ideando l’idea di “ecologia musicale”, “ogni individuo costruisce la propria vita adagiandosi sui propri limiti. E questo non possiamo più accettarlo. Ognuno dei membri del MAV conosce bene il piacere che si prova nella vaporizzazione di una vecchia certezza divenuta un’ingombrante falsità. Questo è il processo igienico con il quale si compie un passo verso sé stessi. Ho iniziato ad avvicinarmi alla mia vera identità dopo aver vaporizzato in me ciò che restava del concetto di “genere”. Ben inteso, non ne nego l’esistenza. Ma viviamo in un mondo fatto su misura di due sessi, e tutto ciò che si discosta da essi può rivelarsi al massimo una buona trovata per fare audience in tv. Per questo le popstar del terzo millennio saranno al di sopra dei generi universalmente riconosciuti: per lo sfizio di un pubblico annoiato, o per la sua destabilizzazione. E’ quello che volete voi. Ed è quello che voglio io”.
Klaus-Peter Schneegass, compositore e nopoeta tedesco aderente al Net.Futurismo, ha lasciato le sue idee in una noposia, elogio dell’arte vaporizzata e assalto all’arte mercantile, di cui giova ricordare l’estrema domanda dadaisticamente urlata: “Quo vaDI$s$s$???“.
Emmanuele Jonathan Pilia, critico di architettura, tra i fondatori di ALTA - Associazione Laboratorio di TransArchitettura e membro dell'Associazione Italiana Transumanisti, è andato al cuore del problema, sottolineando il rischio che si corre in ogni progetto radicale (come è questo del MAV): essere considerati “innocui”. Per questo motivo “diventa fondamentale affrontare – sostiene Pilia - il problema posto dall’opera. La stessa nozione di opera viene già da tempo contestata, secondo un’attitudine tipicamente romantica che ne vede il pieno compimento proprio nella sua assenza. Affermare questo non vuol significare la volontà appartenenza al XIX secolo, ma che sia necessario delineare una tradizione in cui innestarsi, al fine di mostrare che poi così innocui non si è. L’attitudine che noi ricerchiamo è infatti nata dalla consapevolezza della velleità delle cose che l’uomo, l’artista, il genio stesso “crea”. Ironia, analisi della contemporaneità, reinvenzione del quotidiano attraverso la pratica artistica. Da Schlegel a De Certeau, da Rigaut a Debord: è questa la linea temporale che noi intendiamo indagare, comprendere e proseguire.
Roby Guerra, visionario futurista sin dai tempi di “Futurismo Oggi” e oggi aderente al Transumanesimo e al Net.Futurismo, parla esplicitamente di “azzeramento delle poetiche "umane" e "classico-moderne", esplorazione mutazione re-invenzione della cosiddetta Parola, oggi numero, zero-one o che altro, mai più mera superstizione metrica o grammaticale. Transitare attraverso poesia sonora, computerpoesia, fino alla videopoesia degli ultimi anni. Anche la fine del lavoro, verso la Libertà oltre la Necessità, come "divinarono" Marx, Laforgue, Bertrand Russell, Asimov e tutta la cibernetica”.
Attesissimo l’intervento di Giorgio Pedivella, schivo testimone dell’esperienza del Gruppo Idra, che ha ricordato come già 40 anni fa la “Storia dell’Arte-Vapore”, sorta di commedia-happening in due scene, fu rappresentata in alcune piazze del Nord Italia (quasi un raffinato flash-mob ante litteram). “Nell’azione si voleva metaforicamente illustrare la condizione dell'arte concepita nel modo tradizionale, destinata ad estinguersi rapidamente. L'unica possibilità per farla vivere ancora è vaporizzare l’arte stessa in una serie di azioni e attività al di fuori dei circuiti ufficiali". Alla dimensione performativa Pedivella guarda ancora oggi con estremo interesse per una collaborazione con i membri del MAV, a cui comunque ricorda di voler restare fedele alla scelta anti-narcisistica del Gruppo Idra: evitare ogni apparizione in pubblico, ogni celebrazione di una sua presunta opera. “L’opera è una truffa e io non voglio essere complice di truffatori. Quindi desidero che il mio nome sia citato solo quando ciò sarà davvero indispensabile”.
Elisabetta Mattia, tra i soci fondatori di “Avanguardia 21 Edizioni”, ha manifestato grande interesse per gli obiettivi generali del MAV, sottolineando che Avanguardia 21 offrirà tutto il supporto necessario a progetti e attività volte alla diffusione di idee radicali. Ha auspicato che la vaporizzazione dell’Arte non precluda totalmente momenti di concretezza, quali pubblicazioni digitali e cartacee, ancora di grande importanza per penetrare nel mondo accademico contemporaneo. Sulla stessa lunghezza d’onda si è espressa Loretta Bertoni, sempre per Avanguardia 21, che ha anche sottolineato le grandi potenzialità di apertura alla dimensione internazionale del MAV.
Dario Lapenta, membro di Italiavanguardista, ha portato all’attenzione di tutti il tema della propaganda e della visibilità: “Di fondamentale importanza, per combattere l'attuale turpidume artistico è l'immediata costituzione di un Comitato per lo Scandalo Artistico, che abbia il solo ed unico scopo di escogitare strategie mediatiche al fine di raggiungere un'adeguata visibilità, attraverso azioni artistiche provocatorie e propagandistiche, sia in rete che fuori dalla rete, sia aggressive che non aggressive. Il secondo punto di fondamentale importanza è rappresentato dallo Schierarsi rispetto a determinati argomenti di qualsiasi tipo, sia politici che artistici, previo accordo fra tutti i membri del MAV, può costituire un primo passo orientativo rispetto a tutti quei nuovi artisti che sceglieranno di partecipare ai progetti da noi promossi”.
Per Gianluigi Ballarani, ricercatore nel campo del marketing, “dopo oltre un secolo dall'epifania oltreartistica non si può poter ancora credere di fare Arte senza l'energetica ricerca di una critica radicale allo stato delle cose, al sistema dominante. L'arte è inequivocabilmente sciolta nella più puntuale e avanzata creatività diffusa. Concettualmente e lessicalmente. Un'arte vita totalizzante, in grado di riempire e liberare l'essere umano. Tutto il resto svanisce e si scioglie nella comprensione assuefacente del passo consapevole nell'oltrearte”.
Silvia Vernola, oltre-artista visiva netfuturista, ha insistito sulla rottura con la tradizione: “MAV non è posto per sciocchi e ottusi artisti. Dovremo schifare l’arte tristemente patetica. È stupido sentirsi un artista quando l’arte non esiste più! L’unica vera opera a cui è giusto dare onore è l’Uomo. Il MAV dovrà porsi l’obiettivo di rigenerare il valore sensoriale della sperimentazione collettiva”. E lancia un suo stimolo/parola-chiave: multinterpretattivo.
Blade Painnet, astronomo della comunicazione di massa, nonchè provocatorio editorialista della testata elettronica non giornalistica "ilnono", ritiene che “osservando l'evoluzione dei fenomeni sociali nella storia contemporanea si osserva come la percezione del concetto d'arte sia infine giunto al penultimo stadio: quello di vaporizzazione. Un tempo solido, concreto, poi liquido ed ora gassoso. Rimane l'ultimo passaggio per la conclusione del ciclo: la trasformazione in luce ed energia, concluso il quale, come un nuovo big bang, l'arte risorgerà in una nuova epoca di piombo e d'oro, più solida che mai, destinata a ricominciare un nuovo ciclo in un'eterna ed inutile mutazione. La conclusione del ciclo e l'esplosione in miriadi di frammenti luminosi è prevista – ce lo auguriamo - per la fine del 2012 con pop corn e interruzioni pubblicitarie”
Il Gran Consiglio Evaporato del MAV