Antonio Saccoccio, tra i fondatori del Net.Futurismo e del MAV Movimento per l'Arte Vaporizzata, interverrà con una sua relazione alla settima "Graduate Conference in Italian Studies" presso l'University College Cork (Irlanda). Per l'occasione presenterà al pubblico alcune delle considerazioni più rilevanti del suo decennale percorso di ricerca sulle avanguardie, già in parte comunicate in diverse conferenze e convegni in Italia e all'estero, nonché pubblicate in numerose riviste nazionali e internazionali.
Antonio Saccoccio
Rileggere il Futurismo attraverso McLuhan: considerazioni intorno al ruolo della tecnica nell’avanguardia italiana
Abstract
L’obiettivo del contributo è illustrare da un’angolazione poco nota i rapporti tra la diffusione di nuove tecnologie/nuovi media e il Futurismo italiano nei primi decenni del Novecento. Parallelamente spiegherò i nessi che legano le intuizioni futuriste alle teorizzazioni elaborate circa mezzo secolo più tardi da Marshall McLuhan, nessi che dimostrano l’imprescindibilità di un approccio interdisciplinare nello studio delle avanguardie.
Il Futurismo, come ha sostenuto lo stesso F.T. Marinetti, «si fonda sul completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche». I futuristi avevano intuito per primi che le innovazioni tecno-scientifiche stavano sconvolgendo la sensibilità dell’uomo e con i loro manifesti e creazioni artistiche volevano testimoniare e incoraggiare queste trasformazioni, che avrebbero inflitto un colpo mortale al tanto detestato “passatismo”. Queste intuizioni anticipano di circa mezzo secolo il cuore delle teorie sviluppate nella seconda metà del secolo da McLuhan, che certamente conobbe, attraverso i vorticisti inglesi, gli scritti teorici di Marinetti e Boccioni. Ciò che i futuristi avevano vagamente immaginato, lo studioso canadese studiò e teorizzò ampiamente. Questo è il motivo per cui utilizzando le categorie elaborate da McLuhan è possibile spiegare gran parte delle contraddizioni del Futurismo italiano. La nostra avanguardia percepì che i media non sono neutri e sono quindi in grado di sconvolgere la nostra psicologia e causare rivoluzioni profonde nella nostra esistenza, ma non ebbe la consapevolezza di trovarsi in un momento di transizione tra l’era meccanica e quella elettrica, le due fasi che per McLuhan si erano date il cambio tra XIX e XX secolo. Questa scarsa consapevolezza (“awareness” è altra parola-chiave in McLuhan) fu alla base dello scetticismo con cui i futuristi, convinti fautori della “modernolatria”, guardarono alla fotografia e al cinema. E fu sempre questa scarsa consapevolezza a creare altre apparenti ambiguità: il patriottismo cosmopolita; i “barbari civilizzatissimi”; l’elogio della scienza e la negazione della logica al tempo stesso. Ambiguità che non è possibile spiegare senza l’impiego di categorie critiche ed ermeneutiche extra-artistiche ed extra-letterarie.
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