mercoledì 18 novembre 2009

Ha detto Heidegger

Togliete all'uomo tutto ciò che possiede, toglietegli tutto ciò con cui si intrattiene e a cui si attiene, la radio, il cinema, i giornali, il teatro, i concerti, i viaggi e morirebbe di vuoto, perchè le cose semplici non sono più in grado di dirgli nulla. Ma il pensiero meditante e il vuoto diventa occasione di ricordarsi dell'essere.

HEIDEGGER - corso su Eraclito 1943

domenica 11 ottobre 2009

CONTRO ME STESSA!

Venire a Roma. Non sapevo quanto mi sarebbe costato. Non avevo fatto i conti con la vita di città, o meglio, con la vita di una capitale.
Tornavo a casa ieri sera, in un autobus pieno di gente; nessuno di loro aveva un sorriso, chissà dove andavano, chissà a che pensavano...
I primi giorni qui mi sentivo a disagio in mezzo a loro, non volevo accettare tutta questa gente, questa massa insulsa di individui che vagano in un mondo confezionato per loro, senza una vera aspirazione, senza un grande progetto.
Poi una volta ho smesso di pensare a loro. Sono salita nelle metro e negli autobus e tutti sono diventati invisibili, oggetto di uno sguardo che non vede realmente, mi sono concentrata su me e mi sono sentita bene!
Viaggiavo tranquilla ieri sera con questa sensazione, con il sorriso, eppure ad un certo punto mi sono fatta schifo: sono diventata una di loro. Una che ha imparato ad accettare lo sguardo distratto di uno sconosciuto, il paziente aspettare l'arrivo di un 409 e lo schiacciarsi a sardina contro un vetro, il cogliere un commento distratto, un accento diverso, un odore penetrante e poi tornare a pensare alla strada di casa...
D’improvviso stavo bene, mi muovevo in armonia con questa massa brulicante di estranei ed è per questo che mi sono fatta schifo: anche io sono passata per l'accettazione dello stato delle cose.
Chissà se tutti loro come me all’inizio hanno combattuto con sé stessi per non farsi risucchiare dalla sensazione di essere un puntino insignificante e poi hanno trovato la chiave per riuscire a sopravvivere anestetizzandosi nella dimensione personale per cui tutto il resto resta velato e non visto e che pure ancora esiste.
Chissà quanti di loro odiano ancora muoversi tutti nella stessa direzione peggio che a Metropolis…

Scrivo questo post contro me stessa per ricordarmi di non desiderare più di sentirmi a mio agio in mezzo agli altri non trovando altra via che quella di annullarmi per diventare una dell’insieme.
Scrivo questo post contro me stessa per ricordarmi che grazie a dio ancora me ne rendo conto…

martedì 1 settembre 2009

SIVOGA! Ecco la nuova moda.


E' nato il marchio SIVOGA!, frutto della collaborazione tra NetFuturismo e ForzaGiovane.
Il 3 settembre SIVOGA sarà a Roma con l’evento PRONTO? SIVOGA!, che si terrà al Parco Rosati (Roma Eur, in prossimità di via Cristoforo Colombo) dalle 21.30 alle 24.00.
La serata prevede: TechnoRumorismo, VideoFuturismo, Performance Ricreat(T)ive. E soprattutto la DinamoSfilata, realizzata con il contributo del pubblico stesso, che indosserà i capi SIVOGA!
Al termine della serata chi avrà sfilato con maggiore originalità e vivacità vincerà il premio IoVogo!, consistente in un capo o accessorio della linea SIVOGA.
Inoltre sarà offerta a tutti gli ospiti la possibilità di creare un modello per la T-Shirt del Futuro, consegnando alla reception il tagliando contenuto nella brochure con il disegno della T-Shirt immaginata. Verranno selezionate 3 T-Shirt vincitrici, che saranno realizzate in tempo reale entro la fine dell’evento grazie ai macchinari messi a disposizione da Forza Giovane, e quindi regalate in premio ai creatori del modello.Attesissime la prima esibizione assoluta del trio elettrico Le Borg e le improvvisazioni dei provocattori della compagnia Atuttotondo. Da oggi moda e avanguardia possono coesistere.
SIVOGA!

venerdì 17 luglio 2009

Tutto in una notte: la Sindrome di Galois

Hai mai provato la controversa sensazione del condannarsi a vivere costantemente con l’acqua alla gola?

L’iter è più o meno questo:
C’è ancora tempo. Manca un mese, c’è tempo.
Dovrei iniziare a pensarci, ci siamo quasi, una settimana. Ok, finisco questo e lo faccio.
Solo un giorno dannazione! Che idiota, dovevo farlo ieri o la settimana scorsa o un mese fa… E ora?

Inaspettatamente l’idea geniale, improvvisa e dirompente, che ti evita di soccombere: Sindrome di Galois la chiamano.
E’ quell’esplosione creativa che scaturisce in ultima battuta dalla compressione cerebrale per il peso degli impegni trascinati ad oltranza.

Eppure lo stato febbrile di una notte che ha fatto la fortuna di Galois ha poco a che spartire con l’esercito di cultori della procrastinazione.

Évariste Galois, nato in Francia nel 1811, è passato alla storia per aver formulato la teoria algebrica dei numeri.
Appassionatosi alla matematica negli anni del collegio, a soli 16 anni concepì 7 nuovi teoremi nonostante i suoi maestri lo considerassero un alunno mediocre.
Fu poi respinto 2 volte all’École Polytechnique dove avrebbe voluto perfezionare i suoi studi, ma convinto dell’importanza delle sue scoperte volle tenere delle lezioni pubbliche per diffonderle. In questa occasione fu scoraggiato dalla madre che gli rammendò in una lettera le disdicevoli riuscite scolastiche. Anche all’Académie De Science il noto matematico Augustin Luis Cauchy, conservatore e borbonico, respinse i suoi scritti poiché mancavano di un modo di procedere sistematico.

Deluso dal mondo accademico, a 19 anni si arruolò nella Guardia Nazionale, ma ben presto la sua indole repubblicana e rivoluzionaria gli attirò molte inimicizie. Arrestato più volte con l’accusa di vilipendio, venne poi sfidato a duello da due patrioti.
Così, la notte del 29 maggio 1832, nella Francia di Luigi Filippo, Évariste, presagendo la propria fine, affidò ad alcuni fogli le proprie memorie e le proprie scoperte per farle sopravvivere fra i posteri.

All’alba del 30 maggio fu colpito a morte a soli 20 anni.

Le sue teorie furono comprese e pubblicate solo 14 anni più tardi.

E’ possibile confondere una vita tanto ardimentosa con una negligente?
Lo sforzo supremo di Galois, che viene preso a modello per nominare la sindrome, non può essere di certo confuso con lo sforzo minimo di chi continua a rinviare fino alla scadenza.
Sui fogli il giovane francese scriveva: “NON HO TEMPO”, ma fu davvero tutto in una notte?

Ciò che io sostengo è che in realtà il cervello umano ha in potenza possibilità illimitate SEMPRE, in atto SOLO quando vengono sfruttate!

domenica 14 giugno 2009

VOTO NULLO

Eccomi nella mia cabina elettorale ad onorare il mio diritto/dovere di cittadina italiana nei confronti dello Stato (o forse solo di tutti quelli che si sono battuti per accordarmelo).
Eccomi dunque davanti alla mia scheda
la guardo
la riguardo

non capisco
non c’è
no
proprio non lo trovo


lo scrivo io


www.netfuturismo.it



Voto nullo.
No, l’unico valido.

lunedì 16 febbraio 2009

DOBBIAMO UCCIDERE IL FUTURISMO!

MANIFESTO NET.FUTURISTA
[vibrante intoccabile fanatico igienico lucido spietato]


Siamo infine arrivati alla resa dei conti. E sarà una durissima resa dei conti.

È necessario affermarlo subito con estrema chiarezza: noi non saremmo mai voluti arrivare a questo punto, non avremmo mai voluto scrivere queste parole. Ma è stata passata ampiamente la misura e per questo siamo costretti a reagire con energica determinazione.

Mi rivolgo a voi, passatisti e presentisti dell’ultim’ora!

La vostra invadenza e la vostra stucchevole pedanteria ci hanno provocato troppo a lungo e troppo stupidamente. Lo spirito antiquariale e insistentemente celebrativo del nostro Paese costringe oggi noi net.futuristi, futuristi del XXI secolo, a scrivere questa pagina arroventata

CONTRO IL FUTURISMO

Sì. Noi abbiamo amato entusiasticamente il Futurismo e i capolavori futuristi. Li abbiamo letti osservati studiati sviscerati compresi ammirati adorati. Ma ora dobbiamo buttarli una volta per tutte nel secchio. Dobbiamo portare a termine necessariamente l’uccisione dei nostri padri. È un’operazione igienica. E ormai improrogabile.

Abbiamo già aggiornato e ampiamente superato le maggiori intuizioni futuriste del secolo scorso, nelle arti visuali, sonore e performative. Non è questo il punto. Si tratta invece di compiere oggi un atto simbolico ma determinatissimo in occasione delle ormai famigerate Celebrazioni Per Il Centenario Della Pubblicazione Del Primo Manifesto Futurista. Noi sentiamo puzzo di marcio in queste celebrazioni, puzzo di cadavere. Puzzo di passatismo. Puzzo di presentismo. Puzzo di accademismo affarismo professoralismo becero utilitarismo. E sentiamo anche un disgustoso puzzo di cialtroneria mediatica. Ed è per questo che noi dobbiamo dare ossigeno all’ambiente conducendo un’operazione igienica: eliminare il puzzo futurista senza fare sconti a nessuno.

Coraggio, amici net.futuristi. Occorre avere questo coraggio. Questo igienico coraggio.

Nel primo manifesto futurista Filippo Tommaso Marinetti, esattamente un secolo fa, scriveva:

«Quando avremo quarant'anni, altri uomini più giovani e più validi di noi, ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili. Noi lo desideriamo! Verranno contro di noi, i nostri successori; verranno di lontano, da ogni parte, danzando su la cadenza alata dei loro primi canti, protendendo dita adunche di predatori, e fiutando caninamente, alle porte delle accademie, il buon odore delle nostre menti in putrefazione, già promesse alle catacombe delle biblioteche. […] Essi tumultueranno intorno a noi, ansando per angoscia e per dispetto, e tutti, esasperati dal nostro superbo, instancabile ardire, si avventeranno per ucciderci, spinti da un odio tanto più implacabile in quanto che i loro cuori saranno ebbri di amore e di ammirazione per noi».


Ecco. Ce l’ha detto il nostro grande padre. Ce l’ha detto Marinetti di uccidere il Futurismo. Non tradiamolo! Come i futuristi invitarono ad uccidere il chiaro di luna e tutta la letteratura precedente (compresi i padri simbolisti), così noi oggi dobbiamo uccidere i poemi bellici paroliberi, dobbiamo uccidere il dinamismo plastico e l’aeropittura, il tattilismo e l’aeropoesia.

Celebrare. Celebrare. Celebrare. Che cosa volete ancora celebrare? i cavalli di Boccioni? le compenetrazioni di Balla? gli aerei di Crali? i gilet di Depero? le ceramiche di Albissola? Ancora?

Sono stati geniali, lo sappiamo! Ma nel secolo scorso! Viviamo nel terzo millennio. Ed è ora di fare chiarezza una volta per tutte. La nostra sensibilità trasformata per mezzo della rivoluzione neotecnologica ci impone di eliminare ogni residuo di patetico manierismo futurista. Bisogna buttare - definitivamente e orgogliosamente - il vecchio Futurismo nel secchio.

Guardiamoci dentro spietatamente. Se il Futurismo è ancora in noi, dovremo uccidere una parte di noi stessi. Anche questa nostra prosa enfatica ormai ci disgusta e ci fa ricordare qualcosa che dobbiamo necessariamente uccidere. Cancelleremo anche questa! Tenete quindi a mente ciò che state leggendo ma dimenticate e cancellate il modo in cui ci siamo espressi! Coraggio, amici net.futuristi. Non abbiate timore. Abbiamo già ucciso avversari accanitissimi. Resta da evitare il rischio più insidioso per noi. Non avremo compiuto nulla fino a quando non ci saremo liberati degli scheletri di famiglia! Noi oggi abbiamo il compito di immensificare il Futurismo del XX secolo, e per fare questo bisogna ucciderlo una volta per tutte!

Anche noi net.futuristi saremo buttati via tra qualche decennio. È naturale ed igienico che sia così! Noi non ci opponiamo a questo naturale e salutare processo evolutivo!

Anzi!

Noi lo desideriamo!


www.netfuturismo.it
* pubblicato in Ad Futurum POST - Anno 1 n. 1 in occasione del centenario del 20 febbraio 2009

lunedì 9 febbraio 2009

FAVOLA PRESENTISTA: raccolta punti

Sabato sera. Pioggia. Serata in sala giochi.
Un gran movimento di luci - vociare – gettoni tintinnanti - gridolini - rumori di giochi – caldo – risate.
Al centro della sala una grande colonna con una vetrina tutta intorno cattura la mia attenzione. Premi in palio! Vengo attratta da un inutile frivolo tintinnante ciondolo per cellulare a forma di Willy il coyote. LO VOGLIO! 50 ticket.
???????? Scopro che per ogni partita ogni videogioco rilascia tanti bigliettini quanto più la prestazione è stata brillante e solo allora noto l’assurdità della cosa: ventenni che si aggirano con file interminabili di ticket stretti in pugno fra il compiacimento di mostrare il risultato delle loro gesta e la ferocità della stretta per difenderli da possibili predatori.
C’è chi li conserva da anni per raggiungere i punti del mega peluche di Winnie the Pooh altezza uomo, il che mi fa ridere di gusto.
Ma stasera anch’io ho deciso che Willy il coyote per cellulare da 50 ticket sarà mio!!

Le sale giochi le frequento da una vita, da quando mio fratello mi portava a farmi vedere come con 200£ sconfiggeva il mostro finale. E da quel momento ho iniziato anch’io ad appassionarmi….come SPETTATRICE!
Ma stasera voglio conquistarmi il mio Willy e per una volta il mostro finale lo devo sconfiggere io, anche se adesso i gettoni costano un tantino di più (0.50€) e spesso ce ne vogliono due per iniziare la partita.
Scopro anche che esistono videogiochi dove non si gioca, macchinette erogatrici di ticket che ti invitano a centrare il numero più alto per averne di più. Facile tentazione per i miei obiettivi della serata, ma non mi faccio tentare, voglio giocare sul serio!
La prima mano è sempre deludente, ma poi diventa una questione fra te e il videogioco. Appena prendi confidenza, lo devi spremere finché non ti molla fino all’ultimo ticket possibile.
Alla fine della serata, dopo svariati gettoni, il mio gruppo si divide fra chi conserva il bottino conquistato per il mega peluche, chi inveisce contro il gioco a quiz aggiornato al 2001, i miei fedeli amici dell’hockey su tavolo che se ne infischiano dei ticket e io che stasera li ho abbandonati e orgogliosa dei miei meritati 50 bigliettini vado a ritirare l’ambito premio...




......fino a che non scopro che una bancarella all’uscita poteva offrirmi lo stesso ciondolo a 1€ trattabile…