lunedì 16 febbraio 2009

DOBBIAMO UCCIDERE IL FUTURISMO!

MANIFESTO NET.FUTURISTA
[vibrante intoccabile fanatico igienico lucido spietato]


Siamo infine arrivati alla resa dei conti. E sarà una durissima resa dei conti.

È necessario affermarlo subito con estrema chiarezza: noi non saremmo mai voluti arrivare a questo punto, non avremmo mai voluto scrivere queste parole. Ma è stata passata ampiamente la misura e per questo siamo costretti a reagire con energica determinazione.

Mi rivolgo a voi, passatisti e presentisti dell’ultim’ora!

La vostra invadenza e la vostra stucchevole pedanteria ci hanno provocato troppo a lungo e troppo stupidamente. Lo spirito antiquariale e insistentemente celebrativo del nostro Paese costringe oggi noi net.futuristi, futuristi del XXI secolo, a scrivere questa pagina arroventata

CONTRO IL FUTURISMO

Sì. Noi abbiamo amato entusiasticamente il Futurismo e i capolavori futuristi. Li abbiamo letti osservati studiati sviscerati compresi ammirati adorati. Ma ora dobbiamo buttarli una volta per tutte nel secchio. Dobbiamo portare a termine necessariamente l’uccisione dei nostri padri. È un’operazione igienica. E ormai improrogabile.

Abbiamo già aggiornato e ampiamente superato le maggiori intuizioni futuriste del secolo scorso, nelle arti visuali, sonore e performative. Non è questo il punto. Si tratta invece di compiere oggi un atto simbolico ma determinatissimo in occasione delle ormai famigerate Celebrazioni Per Il Centenario Della Pubblicazione Del Primo Manifesto Futurista. Noi sentiamo puzzo di marcio in queste celebrazioni, puzzo di cadavere. Puzzo di passatismo. Puzzo di presentismo. Puzzo di accademismo affarismo professoralismo becero utilitarismo. E sentiamo anche un disgustoso puzzo di cialtroneria mediatica. Ed è per questo che noi dobbiamo dare ossigeno all’ambiente conducendo un’operazione igienica: eliminare il puzzo futurista senza fare sconti a nessuno.

Coraggio, amici net.futuristi. Occorre avere questo coraggio. Questo igienico coraggio.

Nel primo manifesto futurista Filippo Tommaso Marinetti, esattamente un secolo fa, scriveva:

«Quando avremo quarant'anni, altri uomini più giovani e più validi di noi, ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili. Noi lo desideriamo! Verranno contro di noi, i nostri successori; verranno di lontano, da ogni parte, danzando su la cadenza alata dei loro primi canti, protendendo dita adunche di predatori, e fiutando caninamente, alle porte delle accademie, il buon odore delle nostre menti in putrefazione, già promesse alle catacombe delle biblioteche. […] Essi tumultueranno intorno a noi, ansando per angoscia e per dispetto, e tutti, esasperati dal nostro superbo, instancabile ardire, si avventeranno per ucciderci, spinti da un odio tanto più implacabile in quanto che i loro cuori saranno ebbri di amore e di ammirazione per noi».


Ecco. Ce l’ha detto il nostro grande padre. Ce l’ha detto Marinetti di uccidere il Futurismo. Non tradiamolo! Come i futuristi invitarono ad uccidere il chiaro di luna e tutta la letteratura precedente (compresi i padri simbolisti), così noi oggi dobbiamo uccidere i poemi bellici paroliberi, dobbiamo uccidere il dinamismo plastico e l’aeropittura, il tattilismo e l’aeropoesia.

Celebrare. Celebrare. Celebrare. Che cosa volete ancora celebrare? i cavalli di Boccioni? le compenetrazioni di Balla? gli aerei di Crali? i gilet di Depero? le ceramiche di Albissola? Ancora?

Sono stati geniali, lo sappiamo! Ma nel secolo scorso! Viviamo nel terzo millennio. Ed è ora di fare chiarezza una volta per tutte. La nostra sensibilità trasformata per mezzo della rivoluzione neotecnologica ci impone di eliminare ogni residuo di patetico manierismo futurista. Bisogna buttare - definitivamente e orgogliosamente - il vecchio Futurismo nel secchio.

Guardiamoci dentro spietatamente. Se il Futurismo è ancora in noi, dovremo uccidere una parte di noi stessi. Anche questa nostra prosa enfatica ormai ci disgusta e ci fa ricordare qualcosa che dobbiamo necessariamente uccidere. Cancelleremo anche questa! Tenete quindi a mente ciò che state leggendo ma dimenticate e cancellate il modo in cui ci siamo espressi! Coraggio, amici net.futuristi. Non abbiate timore. Abbiamo già ucciso avversari accanitissimi. Resta da evitare il rischio più insidioso per noi. Non avremo compiuto nulla fino a quando non ci saremo liberati degli scheletri di famiglia! Noi oggi abbiamo il compito di immensificare il Futurismo del XX secolo, e per fare questo bisogna ucciderlo una volta per tutte!

Anche noi net.futuristi saremo buttati via tra qualche decennio. È naturale ed igienico che sia così! Noi non ci opponiamo a questo naturale e salutare processo evolutivo!

Anzi!

Noi lo desideriamo!


www.netfuturismo.it
* pubblicato in Ad Futurum POST - Anno 1 n. 1 in occasione del centenario del 20 febbraio 2009

lunedì 9 febbraio 2009

FAVOLA PRESENTISTA: raccolta punti

Sabato sera. Pioggia. Serata in sala giochi.
Un gran movimento di luci - vociare – gettoni tintinnanti - gridolini - rumori di giochi – caldo – risate.
Al centro della sala una grande colonna con una vetrina tutta intorno cattura la mia attenzione. Premi in palio! Vengo attratta da un inutile frivolo tintinnante ciondolo per cellulare a forma di Willy il coyote. LO VOGLIO! 50 ticket.
???????? Scopro che per ogni partita ogni videogioco rilascia tanti bigliettini quanto più la prestazione è stata brillante e solo allora noto l’assurdità della cosa: ventenni che si aggirano con file interminabili di ticket stretti in pugno fra il compiacimento di mostrare il risultato delle loro gesta e la ferocità della stretta per difenderli da possibili predatori.
C’è chi li conserva da anni per raggiungere i punti del mega peluche di Winnie the Pooh altezza uomo, il che mi fa ridere di gusto.
Ma stasera anch’io ho deciso che Willy il coyote per cellulare da 50 ticket sarà mio!!

Le sale giochi le frequento da una vita, da quando mio fratello mi portava a farmi vedere come con 200£ sconfiggeva il mostro finale. E da quel momento ho iniziato anch’io ad appassionarmi….come SPETTATRICE!
Ma stasera voglio conquistarmi il mio Willy e per una volta il mostro finale lo devo sconfiggere io, anche se adesso i gettoni costano un tantino di più (0.50€) e spesso ce ne vogliono due per iniziare la partita.
Scopro anche che esistono videogiochi dove non si gioca, macchinette erogatrici di ticket che ti invitano a centrare il numero più alto per averne di più. Facile tentazione per i miei obiettivi della serata, ma non mi faccio tentare, voglio giocare sul serio!
La prima mano è sempre deludente, ma poi diventa una questione fra te e il videogioco. Appena prendi confidenza, lo devi spremere finché non ti molla fino all’ultimo ticket possibile.
Alla fine della serata, dopo svariati gettoni, il mio gruppo si divide fra chi conserva il bottino conquistato per il mega peluche, chi inveisce contro il gioco a quiz aggiornato al 2001, i miei fedeli amici dell’hockey su tavolo che se ne infischiano dei ticket e io che stasera li ho abbandonati e orgogliosa dei miei meritati 50 bigliettini vado a ritirare l’ambito premio...




......fino a che non scopro che una bancarella all’uscita poteva offrirmi lo stesso ciondolo a 1€ trattabile…