martedì 23 dicembre 2014

A 70 anni dalla morte, Marinetti torna in libreria con un volume curato da Antonio Saccoccio e Roberto Guerra per Armando editore

In occasione dei settant’anni dalla morte di F.T. Marinetti, è uscito a dicembre per i tipi di Armando editore Marinetti 70. Sintesi della critica futurista, raccolta di saggi, articoli e interviste curata da Antonio Saccoccio e Roberto Guerra.
Il fondatore del Futurismo continua a essere una delle figure più discusse e controverse della cultura italiana. In questa pubblicazione alcuni tra i maggiori studiosi viventi dell’artista esplorano aspetti fondamentali della sua opera: il culto della modernità, le ricerche poetiche e parolibere, i rapporti con la politica (nazionalismo, socialismo, anarchismo, fascismo), l’influenza sulle avanguardie europee, l’attualità delle sue intuizioni nel XXI secolo.

All’interno del volume contributi critici di: Gino Agnese, Giovanni Antonucci, Francesca Barbi Marinetti, Günter Berghaus, Pierfranco Bruni, Riccardo Campa, Giancarlo Carpi, Patrizio Ceccagnoli, Simona Cigliana, Vitaldo Conte, Enrico Crispolti, Giorgio Di Genova, Massimo Duranti, Roberto Guerra, Giordano Bruno Guerri, Miroslava Hajek, Massimo Prampolini, Antonio Saccoccio, Luigi Tallarico, Paolo Valesio.

Il volume è inserito nella collana "Avanguardia 21".



Antonio Saccoccio. Teorico e attivista nel campo delle avanguardie, si occupa da un decennio di Futurismo e culture digitali. Collabora con l’Università “Tor Vergata” di Roma.
Roberto Guerra. Poeta e attivista futurista, negli anni Ottanta ha collaborato con la rivista «Futurismo Oggi». Ha già pubblicato con Armando “Futurismo per la nuova umanità” (2012).


TITOLO: Marinetti 70. Sintesi della critica futurista
CURATORI: Antonio Saccoccio, Roberto Guerra
EDITORE:  Armando
COLLANA: Avanguardia 21 (a cura di A. Saccoccio)
PAGINE: 128
ISBN: 978-88-6677-882-0

venerdì 26 settembre 2014

Punto della Situazione n. 1: non-convegno di Sesta Godano (SP), 19-09-2014

In occasione dei 20 anni dalla morte di Guy Debord, venerdì 19 settembre si è svolto presso la Sala Consiliare del Comune di Sesta Godano (SP) un incontro situazionista.
Con la presidenza di Roberta Biasotti e la presenza dell’Assessore alla cultura Davide Calabria, sono intervenuti studiosi e attivisti delle avanguardie di varia provenienza che hanno discusso sulle teorie e pratiche situazioniste: Giorgio Amico, Pino Bertelli, Roberto Massari, Sandro Ricaldone, Antonio Saccoccio, Alessandro Scuro. All’ultimo momento non sono potuti intervenire Michele Nobile (che ha inviato un testo che in parte è stato letto) e Donatella D’Alfonso.
L’incontro, lungi dall’essere un’erudita dissertazione, si è presto trasformato in un vivace dibattito sull’attualità delle teorie debordiane. Bertelli, Saccoccio e Massari, in particolare, hanno sottolineato la necessità di continuare a sviluppare alcune intuizioni di Debord e di altri situazionisti. La spettacolarizzazione del reale e lo «slittamento generalizzato dell’avere nell’apparire» (Tesi 17 de La società dello spettacolo) sono oggi dati di fatto. Massari, confermando alcune ipotesi di Nobile, ha svolto il proprio intervento su un terreno socio-politico (merce, alienazione, capitale, lavoro). Saccoccio ha insistito sul superamento dell’arte, segnalando che retrocedere su questo punto significherebbe tradire tutta la teoria situazionista. Bertelli ha proiettato il film di Debord La société du spectacle, analizzando le tecniche di détournement impiegate. Amico ha messo in evidenza l’importanza cruciale della figura di Asger Jorn. Ricaldone ha mostrato come la genesi di alcune teorie situazioniste sia da rintracciarsi nei movimenti d’avanguardia precedenti, soprattutto nel Lettrismo. Ed è proprio sulle figure di Isou e Pomerand che si è soffermato Scuro, avviando così la presentazione del suo libro – Il lettrismo - pubblicato dalle edizioni Massari, poi proseguita con una lettura interpretata in sala.
Alcune tesi de La società dello spettacolo sono state riproposte per la loro indiscutibile validità: «Tutta la vita delle società in cui regnano le moderne condizioni di produzione si presenta come un’immensa accumulazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione» (Tesi 1); «Lo spettacolo in generale, come inversione concreta della vita, è il movimento autonomo del non-vivente» (Tesi 2); «Lo spettacolo è il cattivo sogno della società moderna incatenata, che non esprime in definitiva se non il suo desiderio di dormire» (Tesi 21).
Saccoccio e Bertelli hanno affermato che forse oggi può servire più la visione di Raoul Vaneigem e del suo Trattato di saper vivere ad uso delle nuove generazioni che quella di Debord. Tra gli intervenuti del non-pubblico presente in sala, va segnalato Stefano Balice che ha sottolineato l’importanza delle teorie e pratiche elaborate da Pinot-Gallizio.
Dibattito acceso, come prevedibile, sulla diffusione delle tecnologie digitali e della rete globale, tra posizioni critiche/negative (Massari e altri) e positive/possibiliste (Bertelli, Balice, Saccoccio). L’argomento non è affatto secondario per lo sviluppo di una critica radicale contemporanea e sarà certamente ripreso nei prossimi incontri.
Menzione speciale va fatta per il tour ciclo-situazionistico di Antonio Marchi che, partito da Trento in bici, ha fatto le seguenti tappe «storiche»: Alba, Cosio, Albisola, Sesta e ritorno a Trento.
Prima di passare a una simpatica cena sociale, Massari ha abbozzato delle «conclusioni» del convegno (in realtà un non-convegno – come preannunciato e in accordo allo spirito situazionista), frutto di due giorni di continue discussioni e inaspettate derive sul territorio spezzino dell’alta Val di Vara. È stato dato appuntamento per il prossimo incontro che, d’accordo con Roberto Peccolo, gallerista-editore di Livorno che ha contribuito, con mostre e convegni, a documentare le vicende del Lettrismo e dell'Internazionale situazionista - si svolgerà a maggio prossimo nella sua galleria. Il nuovo evento verrà costituito come Punto della Situazione n. 2. [Si può considerare «Punto della Situazione n. 0» la commemorazione del 50° della fondazione dell’Internazionale situazionista, svoltosi a Cosio d’Arroscia il 14/7/07, su iniziativa del Comune e alla presenza, tra gli altri, di Simondo, Amico, Massari, Ricaldone].

Il Non-convegno è stato organizzato dal Movimento guevarista por la revolución, Massari Editore, Tracce, Utopia Rossa, Vento Largo, con il patrocinio del Comune di Sesta Godano.   (a.s.)

venerdì 27 giugno 2014

Performance estemporanea vaporizzata dell'orchestra Noè (sabato 28 giugno - Roma, Carrozzerie n.o.t)

Sabato 28 giugno 2014 a Roma presso le Carrozzerie n.o.t (Via Panfilo Castaldi 28/a) serata di musica estemporanea con l’orchestra Noè: “Gioca NOuÈr. Note estemporanee, accordi vaporizzati, ritmi impopolari”. Oltre a molti nomi storici dell’orchestra (Benedetto Fanna, Giuseppe Savino, Luca Miti, Lorenzo Lustri, Marco Olivieri, Michele Tuozzolo) parteciperanno alla performance sonora diversi esponenti del M.A.V. Movimento per l’Arte Vaporizzata (Stefano Balice, Antonio Saccoccio, Tommaso Busatto, Helena Velena) e altri musicisti dell’area romana (Furia Elettrica, Patrizia Rotonda, Roberto Doğuştan, Sofia Ara, etc.).


martedì 25 febbraio 2014

Antonio Saccoccio, il Futurismo e McLuhan all'University College di Cork

Antonio Saccoccio, tra i fondatori del Net.Futurismo e del MAV Movimento per l'Arte Vaporizzata, interverrà con una sua relazione alla settima "Graduate Conference in Italian Studies" presso l'University College Cork (Irlanda). Per l'occasione presenterà al pubblico alcune delle considerazioni più rilevanti del suo decennale percorso di ricerca sulle avanguardie, già in parte comunicate in diverse conferenze e convegni in Italia e all'estero, nonché pubblicate in numerose riviste nazionali e internazionali. 

Antonio Saccoccio
Rileggere il Futurismo attraverso McLuhan: considerazioni intorno al ruolo della tecnica nell’avanguardia italiana

Abstract

L’obiettivo del contributo è illustrare da un’angolazione poco nota i rapporti tra la diffusione di nuove tecnologie/nuovi media e il Futurismo italiano nei primi decenni del Novecento. Parallelamente spiegherò i nessi che legano le intuizioni futuriste alle teorizzazioni elaborate circa mezzo secolo più tardi da Marshall McLuhan, nessi che dimostrano l’imprescindibilità di un approccio interdisciplinare nello studio delle avanguardie.
Il Futurismo, come ha sostenuto lo stesso F.T. Marinetti, «si fonda sul completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche». I futuristi avevano intuito per primi che le innovazioni tecno-scientifiche stavano sconvolgendo la sensibilità dell’uomo e con i loro manifesti e creazioni artistiche volevano testimoniare e incoraggiare queste trasformazioni, che avrebbero inflitto un colpo mortale al tanto detestato “passatismo”. Queste intuizioni anticipano di circa mezzo secolo il cuore delle teorie sviluppate nella seconda metà del secolo da McLuhan, che certamente conobbe, attraverso i vorticisti inglesi, gli scritti teorici di Marinetti e Boccioni. Ciò che i futuristi avevano vagamente immaginato, lo studioso canadese studiò e teorizzò ampiamente. Questo è il motivo per cui utilizzando le categorie elaborate da McLuhan è possibile spiegare gran parte delle contraddizioni del Futurismo italiano. La nostra avanguardia percepì che i media non sono neutri e sono quindi in grado di sconvolgere la nostra psicologia e causare rivoluzioni profonde nella nostra esistenza, ma non ebbe la consapevolezza di trovarsi in un momento di transizione tra l’era meccanica e quella elettrica, le due fasi che per McLuhan si erano date il cambio tra XIX e XX secolo. Questa scarsa consapevolezza (“awareness” è altra parola-chiave in McLuhan) fu alla base dello scetticismo con cui i futuristi, convinti fautori della “modernolatria”, guardarono alla fotografia e al cinema. E fu sempre questa scarsa consapevolezza a creare altre apparenti ambiguità: il patriottismo cosmopolita; i “barbari civilizzatissimi”; l’elogio della scienza e la negazione della logica al tempo stesso. Ambiguità che non è possibile spiegare senza l’impiego di categorie critiche ed ermeneutiche extra-artistiche ed extra-letterarie.