venerdì 17 luglio 2009

Tutto in una notte: la Sindrome di Galois

Hai mai provato la controversa sensazione del condannarsi a vivere costantemente con l’acqua alla gola?

L’iter è più o meno questo:
C’è ancora tempo. Manca un mese, c’è tempo.
Dovrei iniziare a pensarci, ci siamo quasi, una settimana. Ok, finisco questo e lo faccio.
Solo un giorno dannazione! Che idiota, dovevo farlo ieri o la settimana scorsa o un mese fa… E ora?

Inaspettatamente l’idea geniale, improvvisa e dirompente, che ti evita di soccombere: Sindrome di Galois la chiamano.
E’ quell’esplosione creativa che scaturisce in ultima battuta dalla compressione cerebrale per il peso degli impegni trascinati ad oltranza.

Eppure lo stato febbrile di una notte che ha fatto la fortuna di Galois ha poco a che spartire con l’esercito di cultori della procrastinazione.

Évariste Galois, nato in Francia nel 1811, è passato alla storia per aver formulato la teoria algebrica dei numeri.
Appassionatosi alla matematica negli anni del collegio, a soli 16 anni concepì 7 nuovi teoremi nonostante i suoi maestri lo considerassero un alunno mediocre.
Fu poi respinto 2 volte all’École Polytechnique dove avrebbe voluto perfezionare i suoi studi, ma convinto dell’importanza delle sue scoperte volle tenere delle lezioni pubbliche per diffonderle. In questa occasione fu scoraggiato dalla madre che gli rammendò in una lettera le disdicevoli riuscite scolastiche. Anche all’Académie De Science il noto matematico Augustin Luis Cauchy, conservatore e borbonico, respinse i suoi scritti poiché mancavano di un modo di procedere sistematico.

Deluso dal mondo accademico, a 19 anni si arruolò nella Guardia Nazionale, ma ben presto la sua indole repubblicana e rivoluzionaria gli attirò molte inimicizie. Arrestato più volte con l’accusa di vilipendio, venne poi sfidato a duello da due patrioti.
Così, la notte del 29 maggio 1832, nella Francia di Luigi Filippo, Évariste, presagendo la propria fine, affidò ad alcuni fogli le proprie memorie e le proprie scoperte per farle sopravvivere fra i posteri.

All’alba del 30 maggio fu colpito a morte a soli 20 anni.

Le sue teorie furono comprese e pubblicate solo 14 anni più tardi.

E’ possibile confondere una vita tanto ardimentosa con una negligente?
Lo sforzo supremo di Galois, che viene preso a modello per nominare la sindrome, non può essere di certo confuso con lo sforzo minimo di chi continua a rinviare fino alla scadenza.
Sui fogli il giovane francese scriveva: “NON HO TEMPO”, ma fu davvero tutto in una notte?

Ciò che io sostengo è che in realtà il cervello umano ha in potenza possibilità illimitate SEMPRE, in atto SOLO quando vengono sfruttate!